Il rapporto tra le opere di Shakespeare e le opere basate su di esse è troppo complicato per essere esplorato a fondo in una sola sera. Ma tutto il merito alla Shakespeare Society per aver provato e provato in modo impressionante lunedì. Lavorando con la Metropolitan Opera, la società ha organizzato un programma che giustapponeva scene delle commedie – lette da Michael Cerveris, Linda Emond e altri – con estratti delle opere, cantate da diversi cantanti del Met e accompagnate al pianoforte da Craig Rutenberg.

Che l’opera e il dramma parlato siano due arti molto diverse è stato inavvertitamente sottolineato dal commentatore della serata, Adrian Noble. Anche se in questa stagione dirige la nuova produzione del Met del “Macbeth” di Verdi, Mr. Noble si è comportato in modo sbalordito dopo ogni brano dell’opera, offrendo commenti taglienti come “Assolutamente sorprendente!” o “Straordinario!”

Gli estratti dell’opera, tuttavia, non erano tutti straordinari. Hanno dovuto fare i conti con una disuguaglianza di base di base: le arie e i duetti sembravano essere messi in un piccolo formato, e sembrava che tutti i cantanti stessero cercando di mantenere le loro voci nella relativamente piccola Kaye Playhouse. Tutti gli attori, nel frattempo, indossavano i microfoni, segno che la proiezione vocale nel dramma parlato è un’arte perduta; in un teatro delle dimensioni del Kaye, non dovrebbe essere davvero necessario.

Ogni abbinamento contrastava una scena parlata con la sua versione cantata, a volte in modo piuttosto stridente, poiché la versione cantata è solitamente più lunga e spesso più fiorita. Questo era certamente vero per “Roméo et Juliette” di Gounod, cantato senza particolari distinzioni da Olivia Gorra e Raúl Melo.

Andrzej Dobber, che farà il suo debutto al Metropolitan Opera come Amonasro in “Aida” il 29 settembre, sembrava lavorare duro in un altro ruolo di Verdi, come un coraggioso Macbeth. Il primo monologo di Lady Macbeth, letto dalla signora Emond come un sostituto tardivo e ottimo per Martha Plimpton, è stato l’unico brano non eguagliato dalla sua ambientazione operistica, senza dubbio a causa della difficoltà di trovare un artista in grado di cantarlo.

L’abbinamento finale è stato, opportunamente, il più forte. Prima Anika Noni Rose e la signora Emond hanno letto la scena finale di Desdemona da “Othello”; La signora Rose ha persino cantato la canzone “Willow” con una voce adorabile e pura. Poi è arrivata la versione di Verdi, cantata da Courtney Mills, soprano del programma per giovani artisti del Met: un talento meraviglioso, con una voce di grandezza e bellezza, oltre a un impegno drammatico che ha reso questo brano una performance davvero commovente.

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